Durante l’emergenza Covid, abbiamo proposto alcune soluzioni concrete e pragmatiche sul delicato e decisivo tema dei fondi europei, condividendole con le Istituzioni. Perché restiamo convinti che la grande ricchezza per chi deve amministrare una regione o una città sia attingere informazioni, proposte e vision dalla società civile e dai corpi intermedi. 

A giudicare dalla mancanza di provvedimenti e di strategie condivise, verrebbe da dire che a nessuno interessi occuparsi, realmente, dei fondi europei. Un tema così tanto strategico, ma talmente complesso, a cui noi come Cdo Sicilia avevamo chiesto fosse riservata una priorità assoluta.

Nello specifico, avevamo sollecitato misure urgenti sia per i fondi relativi al periodo dal 2014 al 2020; che per quelli del nuovo periodo che va dal 2021 al 2027.

Fondi, molti dei quali già nella immediata disponibilità delle casse regionali e che potrebbero incidere, in modo significativo, nella nostra economia.

Questi mesi avrebbero potuto significare un’importante inversione di rotta, l’occasione d’oro per la politica siciliana di dimostrare ai cittadini che, anche il carrozzone affannato della burocrazia, sa ripensarsi senza assoluzioni e autoincensamenti.

“Se non ora quando?” ci siamo ripetuti.

Ad oggi, non riteniamo sia stata attuata alcuna strategia o siano state fatte scelte coraggiose di cambiamento.

La politica dei fondi europei non può governarsi da sola, stagnando in un immobilismo dannosissimo; ecco perché ribadiamo la nostra richiesta, anzitempo avanzata: chiediamo che venga nominato un commissario straordinario, estraneo a qualunque apparenza partitica siciliana, unitamente ad un entourage, anch’esso composto da tecnici esterni, al duplice scopo di:

1) programmare l’utilizzo dei fondi, ormai i prossimi alla scadenza, al fine di non doverli restituire a Bruxelles; corrispondendo, ad esempio, quanto fino ad ora progettato e rendicontato per permette alle imprese di andare avanti con una boccata di ossigeno consistente.

2)individuare le priorità progettuali della regione Sicilia, per gli anni 2021- 2027, in un confronto serrato e leale con le associazioni imprenditoriali e tutti gli altri corpi intermedi; uniche realtà che vivendo nel territorio siciliano ed investendo in esso, hanno la chiara percezione dei bisogni reali e delle opportunità concrete.

L’emergenza sanitaria piano piano tende a rientrare, ma ne esploderà una – altrettanto grave – per la nostra economia e per il mondo del lavoro.

Tutto questo chiama ad una responsabilità. Abbiamo chiaro cosa è necessario fare e sappiamo che si può fare. La palla la passiamo a chi ci governa: c’è l’opportunità di fare un grande passo in avanti. Ma servono umiltà innanzitutto; decisione, coraggio e lungimiranza.

Noi come compagnia delle opere siamo pronti a dare il nostro contributo.

E chiediamo una presa di posizione immediata dalla politica regionale; allo stesso modo in cui abbiamo chiesto ai nostri imprenditori di ripensare al loro modo solito di fare impresa, chiedendosi a qualche cambiamento siano stati chiamati da questa pandemia.

Si tratterebbe di una importante presa di consapevolezza di chi ci governa, che restituirebbe fiducia alla politica e al suo compito di gestire la cosa pubblica per il bene comune: lasciare spazio a qualcuno che voglia fare, laddove meccanismi farraginosi ed inestirpabili condannano ad un immobilismo che non ci possiamo più permettere.

Lasciando perdere, per una sola volta, vanesie e sterili classifiche di gradimento.

Cristina Scuderi – Vicepresidente Cdo Sicilia