La mia prima partecipazione all’interno del Consiglio Direttivo nazionale della Compagnia delle Opere, lo scorso martedì 28 maggio a Milano, ci consente di rappresentare la Sicilia nel confronto con le altre sedi e le altre realtà imprenditoriali e di rinnovare un’opportunità di scambio reciproco di informazioni e di idee con una prospettiva sempre più fitta e nutriente. 
È stata dunque una circostanza particolarmente fortuita che questa riunione del Direttivo abbia avuto come tema il “Prendere l’iniziativa”, ovvero: come le relazioni che viviamo ci aiutano a prendere l’iniziativa, quali iniziative sono nate dalle nostre sedi e quale impatto hanno generato.

A pochi giorni di distanza dalla Convention per il Sud che ha visto la CdO Sicilia orientale portare a Napoli – grazie ai professionisti e agli imprenditori che si sono lasciati coinvolgere in prima persona – un consistente e concreto contributo in termini di esperienza operativa e di lungimirante capacità di riflessione per il futuro, questo tavolo di confronto a Milano ha rappresentato l’opportunità di spingere ancora in avanti il racconto e l’evoluzione del nostro modello locale.

Un piccolo modello che in questi anni – sperimentandoci reciprocamente nella conoscenza dei nostri bisogni e del nostro desiderio di verificare la possibilità di rispondervi nella condivisione delle competenze e delle risorse, innanzitutto umane e di pensiero – abbiamo fondato sull’esercizio più semplice: guardare la realtà.
Guardare la realtà e prenderne atto “facendo”, interpretando cioè il “gesto” – il tentativo, l’azione, la condivisione – nel suo valore educativo.

Questo “guardare” e questo “fare” rappresentano il metodo del nostro “Prendere l’iniziativa”.
Ne sono testimonianza i due principali fronti del nostro interesse, le due iniziative che ho raccontato al direttivo nazionale.
La prima è quella che ci ha chiamati a misurarci con il dissesto del Comune di Catania, raccogliendo tra le altre cose l’invito del Vescovo a “restare in città”, espresso attraverso due parole chiave: la solidarietà e la sussidiarietà. È una provocazione che abbiamo preso sul serio e a cui stiamo rispondendo con numerosi progetti. Per citare un solo esempio, tra i tanti che stiamo mettendo in campo: l’adozione di un’istituzione come il Teatro Stabile di Catania, contro la dispersione culturale, con il contributo dei nostri imprenditori.
La seconda è il tavolo imprenditoriale Energia e Ambiente, da noi attivato a livello regionale e nazionale, interamente dedicato all’energia e all’ambiente: un’iniziativa attraverso cui manifestiamo il reale interesse di supportare le aziende in questo campo, in linea con quanto sta avvenendo in Italia e in Europa.

Queste due iniziative che impatto hanno generato?
Nuovi apporti e nuovi legami, innanzitutto, tanto all’interno della Cdo quanto verso l’esterno, verso le istituzioni, verso gli altri corpi intermedi, verso la realtà come “soggetto” di attenzione.
E questo conferma che non c’ė “iniziativa” senza rapporti: non si tratta di una suggestione ma di una nostra assoluta originalità.
La Cdo inizia – ed è l’esperienza diretta verso cui accresciamo la nostra consapevolezza e che da oggi potremo sempre più incisivamente portare al tavolo nazionale – quando c’è un punto di esigenza vera, quando si prende sul serio la realtà, quando siamo capaci di valorizzare il buono che c’è.

Salvatore Contrafatto