“LA RETE COME SOLUZIONE – IL MANIFESTO DI CDO SICILIA PER TRASFORMARE LA CRISI IN OPPORTUNITÀ” è il documento programmatico della Compagnia delle Opera Sicilia per cominciare a subito a guardare alla fase della ripartenza, dopo l’emergenza Coronavirus.

Si tratta di 5 leve di intervento che la Cdo ha redatto e indirizzato ai Governi regionale e nazionale – precisamente al Ministro al Sud Giuseppe Provenzano e al Governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci – proponendo uno sguardo prospettico sul futuro.

Sfruttando al meglio la struttura a rete che costituisce la nostra associazione – spiega il presidente Salvatore Contrafatto – e nella convinzione che il dopo-Coronavirus cominci adesso, abbiamo prestato ascolto e raccolto le istanze e i suggerimenti dei nostri soci imprenditori e professionisti, per riassumere e avanzare un pacchetto di 5 soluzioni concrete e programmatiche da condividere anche con le istituzioni e i vertici politici regionali e nazionali”.

Le proposte individuate prevedono interventi in queste direzioni:

1) Un migliore – più competente e meno burocratico – uso dei Fondi Europei. Sia quelli relativi al periodo dal 2014 al 2020; sia quelli del nuovo periodo che va dal 2021 al 2027. Con riferimento a questi ultimi la CdO Sicilia ritiene necessaria l’istituzione della specifica figura di un Commissario dedicato, col compito di individuare le priorità progettuali della regione Sicilia, dando spazio soprattutto a investimenti nel campo della ricerca e della riconversione aziendale.

2) Rimettere in moto i cantieri legati alle infrastrutture e alle grandi opere regionali. La proposta nasce dalla consapevolezza dell’esistenza di una consistente giacenza finanziaria nelle casse regionali (poco meno di tre miliardi di euro), costituita prevalentemente dai fondi FESR e del “Patto per il Sud”. Il suggerimento della CdO in questa direzione prevede di sfruttare le modalità del Project Financing, una procedura ben nota in tutta Italia, in grado di snellire i passaggi amministrativi e di rappresentare una forte intesa fra Ente Pubblico-Impresa-Banche, per dare il via libera a numerose iniziative imprenditoriali.

3) Istituire nell’immediato “zone franche” per l’esenzione delle attività produttive e dei servizi presenti in un determinato territorio, dal pagamento delle imposte IRPEF, IRES, IRAP o altre tasse locali, trattenute e versamenti contributivi che concorrono alla formazione del “cuneo fiscale”.

4) A proposito del costo del lavoro – pesante fardello che in Italia ha sempre costituito un importante freno alla possibilità di espansione delle aziende – la CdO Sicilia chiede al Legislatore, regionale e nazionale, di mettere in campo uno sgravio fiscale importante che contribuisca simultaneamente a ridurre il cuneo sostenuto per ogni singolo lavoratore e ad accrescere le somma netta direttamente percepita in busta paga.

5) Sostenere con azioni mirate e interventi economici di varia natura il fondamentale comparto del Terzo Settore. Cominciando con l’immediata istituzione del Registro Unico del Terzo Settore e al completamento della procedura per l’autorizzazione europea delle agevolazioni fiscali a vantaggio di chi dona denaro agli ETS (Enti del Terzo Settore). Nel lungo periodo, invece, la CdO propone di trovare la modalità legislativa idonea per rendere disponibili i contributi frutto del 5 per 1000, e reperire stanziamenti a fondo perduto da erogare non in base a una faticosa selezione di progetti, ma a tutte le organizzazioni che rispondano a requisiti minimi di continuità, servizi, coesione sociale, esperienza, radicamento nei territori.

Le proposte individuate – conclude Contrafatto –  per poter essere attuate in modo incisivo, vanno basate su alcuni principi cardine: spendere subito, immettendo liquidità, i fondi che sono già nelle casse degli enti pubblici, anche rimuovendo i vincoli che finora ne hanno frenato l’utilizzo; implementare processi di studio, di istruzione e di attuazione delle misure che siano diretti, con filiera corta e, pertanto, tali di arrivare in tempi brevissimi alla fase esecutiva; non saltare ma anzi valorizzare nel modo più ampio possibile i corpi intermedi, che permettono di colmare la distanza, molte volte abissale, tra gli Enti decisori, le persone e le imprese.

Con queste proposte dimostriamo che è  soprattutto nei momenti di crisi, che la CdO assolve al compito di offrire conoscenze, creare relazioni, proporre soluzioni: ossia gli elementi portanti di ogni percorso di crescita, che metta l’uomo -singolo e in comunità – al centro del bene comune e del fare impresa”.

 

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